Come nei peggiori gialli di serie Z, tutto si è svolto come i più pessimisti (realisti?) si erano immaginati. La sorte era segnata. E non la “sorte” ipotizzata, quasi cercata, della monetina del sorteggio: un metodo ridicolo che siamo contenti di non aver visto applicato, qualunque ne fosse stato l’esito. Bensì la sorte dell’Italia calcistica che si risveglia non più campione del mondo, ma fuori dal calcio che conta. Lippi dice che si prende tutte le responsabilità (e vorrei vedere…), ma questo quasi peggiora le cose. Chi perde è soprattutto la sua arroganza, sua e di chi l’ha rimesso su quella panchina. Chi vince, invece, è soprattutto Prandelli, il neo CT, che (a differenza del suo predecessore Donadoni) potrà lavorare abbastanza tranquillamente. Prosegui la lettura…
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Nuova Zelanda. Quasi gli antipodi dell’Italia, assomiglia anche ad uno stivale. Un arcipelago di quattro milioni di abitanti dediti per lo più al rugby e alla vela, con un campionato di calcio professionistico che conta otto squadre. Sta tutta qui, in questi dati, la dimensione del fallimento della nazionale italiana nella partita di ieri. Ieri, il 20 giugno 2010, è morto Roberto Rosato, grande stopper di Toro e Milan tra gli anni sessanta e settanta, nonché tra gli undici di “Italia- Germania 4 a 3”. La nazionale, 40 anni dopo la “partita del secolo”, ha scelto il modo peggiore per ricordare quell’avvenimento e la memoria di uno dei suoi protagonisti. Prosegui la lettura…
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La redazione di Stadio Sport ha contattato Ernesto Bronzetti, agente FIFA ed esperto di operazioni di mercato sull’asse Italia-Spagna. Di mercato e di calcio in generale ne discute in radio e sul suo blog Caffè Bronzetti.
Salve sig. Bronzetti, da grandissimo esperto di mercato quale lei è, può dirci quali saranno i nomi caldi del prossimo calciomercato?
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Aspettando i mondiali…
Quattro anni fa ero convinto che l’Italia potesse vincere i Mondiali e lo dissi, ci credevo fermamente, e così fu. Quest’anno non vorrei sfidare la sorte. La storia di per sé ci insegna che due Mondiali consecutivi sono difficili da vincere. Difficile…ma non impossibile! E’ già successo nel 1934 e nel 1938, due Mondiali entrambi conclusi con la vittoria della Nazionale Italiana di Calcio. In quegli anni la Nazionale era composta da giocatori veramente forti, guidati dal fuoriclasse Giuseppe Meazza e dal c. t. Vittorio Pozzo. Prosegui la lettura…
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Alla fine il ct è sbottato. Lippi se l’è presa con quei tifosi che l’altra sera a Parma hanno fischiato gli azzurri e hanno invocato Cassano. Premessa: per me Antonio è un fenomeno, uno davvero capace di fare la differenza. Ne ho visti pochi con la sua tecnica, la sua capacità di saltare l’uomo in dribbling anche da fermo, il suo gusto per l’assist, la sua fantasia. Quindi in qualche modo la richiesta dei tifosi di vederlo in azzurro è legittima. Ma io, devo dirlo, capisco anche Lippi. Perché apprezzo le qualità dei singoli, figuriamoci, ma sono convinto che la priorità per vincere resti il gruppo. La Squadra. E in nome del gruppo e della Squadra, per non turbare i suoi delicatissimi equilibri e meccanismi interni, si può anche sacrificare un talento. Il Collettivo che prevale sul Singolo. Chiamatemi sacchiano, ma io la penso così. Prosegui la lettura…
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“Dobbiamo valutare questa sconfitta per quello che è: siamo stati troppo brutti, è giusto uscire dalla Confederations Cup. Ritmi bassi, difficoltà complessive: dispiace perché bastava un gol per rimanere in corsa, ma non sarebbe stato giusto”: l’analisi, come sempre lucida anche se in questo caso amara, è del presidente della Figc Giancarlo Abete, Prosegui la lettura…
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Molti mi chiedono cosa ne penso delle convocazioni della Nazionale e delle “illustri” esclusioni.
Le convocazioni in Nazionale fatte da Lippi sono giuste , non mi sento di dare consigli o criticare un allenatore che è campione del Mondo. Se Lippi ha deciso di non convocare Cassano significa che non riteneva opportuno farlo, infatti l’allenatore deve tener conto che il gruppo non va formato soltanto dal punto di vista tecnico ma anche da quello comportamentale.
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